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L’eredità monastica di San Bruno

© Désert de Juda – Israël/Crédit photo Famille monastique de Bethléem

 

La sedurrò, la condurrò nel deserto
e parlerò al suo cuore
(Os 2, 16)

 

Le fonti monastiche primitive sono costitutive del carisma di Betlemme

Seguendo sant’Antonio, Macario, Amoun, i primi monaci del deserto del IV secolo, i monaci e le monache di Betlemme ricevono la forma di vita solitaria dei Laura d’Egitto e di Palestina ordinata alla lode di Dio e radicata in una comunione vivente nel deserto con i fratelli. Questa tradizione viva della vita monastica cristiana orientale dei primi secoli ispira il loro modo di vivere, pregare, celebrare la liturgia e condurre il combattimento spirituale.

San Bruno, uomo di comunione, preferendo Dio solo, seppe accogliere nel suo assoluto la primitiva tradizione monastica. In Occidente rimanda alla tradizione delle Laures Orientali.

 


Un cronista del XVII secolo, Arnauld d’Andilly, testimonia: “L’istituzione delle Laures non passò in Occidente, e tutta la Chiesa latina non avrebbe avuto che monasteri di cenobiti, anacoreti o reclusi. Ma sembra che San Bruno, fondatore dei Certosini, volesse imitarlo già nell’XI secolo, quando nel 1086 fondò la Grande Chartreuse nel terribile deserto in cui si trova. Infatti la divisione delle cellule, la solitudine perpetua che è lo spirito di questo santo Ordine, e l’obbedienza al superiore, rappresentano per noi in tutti i Certosini gli allori dei Greci. In Occidente si trattava di una forma di vita del tutto nuova con caratteristiche ben precise, ispirata per i suoi caratteri essenziali alle antiche formule un tempo vissute dai padri dei deserti dell’Oriente e degli allori della Palestina. Un ardente amore per la solitudine li animò tutti nella ricerca di Dio e una profonda amicizia li raggruppò attorno a san Bruno, loro padre e loro modello. » Fonte: Introduzione alle Lettere dei primi Certosini – Fonti cristiane 86

Attingendo a questo tesoro spirituale, monaci e monache amano rievocare gli ultimi anni di vita di san Bruno, trascorsi nella Calabria bizantina. [link bolla] nel monastero di Sainte Marie de la Tour. In questa regione d’Italia chiamata allora “Magna Grecia”,  « la Grande Grèce », san Bruno viveva senza dubbio in osmosi con la linfa orientale delle primitive fonti della vita monastica.

La vie des Laures © Monastère désert de Juda – Israël
Crédit photo Famille monastique de Bethléem
A partire dal IV secolo, in Palestina comparvero i laures (dal greco: laura: strada, quartiere) o “villaggi di monaci”, sotto l'autorità di un monaco più anziano, l'abba (padre). Ogni monaco viveva da solo in una cella sotto lo sguardo di Dio. Queste celle sono spesso cavità nella roccia, grotte dove i monaci vivono in solitudine durante la settimana. La comunione liturgica e fraterna ha luogo il sabato e la domenica, quando i monaci si riuniscono nella chiesa del monastero per pregare insieme. Il primo monastero fu costruito intorno alla cella di San Caritone tra il 328 e il 335, a dieci chilometri da Gerusalemme; il più famoso, noto come “il grande monastero”, si trova nel deserto di Giuda (Mar Morto); altri esistono anche nel Sinai e sul Monte Athos.

 

“Ardente di amore divino” e di tenerezza per i suoi fratelli, il nostro padre San Bruno insegna ai monaci e alle monache a riconoscersi poveri peccatori e ad accogliere instancabilmente la misericordia divina nella loro “debolezza interiore”.

Li guida nel cammino della «purezza del cuore che permette di vedere Dio (cfr Mt 5,8)

Fonte : Lettere di san Bruno ».

Insegna loro a cercare instancabilmente l’Unico Necessario: Dio.

 

Con San Bruno esclamiamo “O Bonitas!”:

 

« O Bonitas ! »

 

Così, attingendo alla tradizione monastica d’Oriente e d’Occidente, la Famiglia monastica di Betlemme partecipa, nel suo luogo umile, al movimento profetico dello Spirito che spinge i cristiani delle diverse confessioni verso la piena comunione in Cristo.

O Bonitas! © Saint Bruno/ Artisanat Famille monastique de Bethléem Pieno di amore per Dio, san Bruno non smette di adorare la sua bontà e, stupito, grida: O Bonitas! O Bontà!

Ho sete del Dio forte e vivente